Lettera

Che cosa vuol dire lettera?

Nel linguaggio dei mercati finanziari, la parola “lettera” assume un significato specifico e differente dal senso comune legato a un messaggio scritto. In ambito finanziario, infatti, la lettera rappresenta il prezzo al quale un venditore è disposto a vendere uno strumento finanziario: può trattarsi di un’azione, un’obbligazione, un ETF o qualsiasi altro titolo negoziato.

Il prezzo di lettera non è mai isolato, ma va considerato insieme al prezzo di denaro, cioè la quotazione a cui un acquirente è pronto ad acquistare lo stesso strumento. Queste due informazioni, unite, compongono il cosiddetto book di negoziazione, che mostra in tempo reale le proposte di acquisto e di vendita presenti sul mercato.

Il rapporto tra domanda (gli ordini in denaro) e offerta (gli ordini in lettera) è alla base della formazione dei prezzi. In altre parole, il prezzo di mercato di un titolo si forma proprio grazie all’incontro tra chi è disposto a comprare e chi è disposto a vendere.

Prezzo ask e prezzo bid 

La terminologia anglosassone utilizza i termini bid e ask.

- Prezzo bid: è il prezzo massimo che un acquirente è pronto a pagare per ottenere lo strumento finanziario.

- Prezzo ask: è invece il prezzo minimo al quale un venditore accetta di cedere lo stesso titolo.

Tradotto nella terminologia italiana, il prezzo bid corrisponde al denaro, mentre il prezzo ask corrisponde alla lettera.

Ad esempio, se un titolo azionario mostra un bid di 9,95 euro e un ask di 10,05 euro, significa che: c’è almeno un investitore disposto a comprare a 9,95 euro e almeno un investitore disposto a vendere a 10,05 euro.

Finché domanda e offerta non coincidono sullo stesso livello di prezzo, la transazione non si conclude. Solo quando un acquirente accetta di comprare al prezzo di lettera, oppure un venditore decide di vendere al prezzo di denaro, avviene lo scambio effettivo.

Il ruolo della lettera negli scambi

In pratica, la lettera rappresenta la soglia che un investitore deve superare per acquistare immediatamente un titolo. Se si desidera comprare senza attendere, bisogna accettare il prezzo ask indicato dai venditori. 

Al contrario, chi vende rapidamente un titolo dovrà accettare il prezzo bid presente in quel momento. Questo meccanismo fa sì che la lettera e il denaro siano continuamente aggiornati dalle contrattazioni e riflettano lo stato corrente della liquidità del mercato.

Un numero elevato di proposte in lettera, distribuite su diversi livelli di prezzo, segnala una forte disponibilità a vendere lo strumento finanziario. Viceversa, poche proposte possono indicare minore liquidità e maggiore difficoltà per chi vuole acquistare.

Il differenziale denaro-lettera

La differenza tra prezzo ask e prezzo bid prende il nome di spread denaro-lettera (o bid-ask spread). Questo scarto rappresenta il costo implicito che un investitore sostiene quando entra o esce rapidamente da una posizione. 

Più lo spread denaro-lettera è ampio, maggiore sarà il costo implicito che l’investitore sostiene per acquistare o vendere uno strumento finanziario. Questo accade perché, per concludere subito un’operazione, chi compra deve accettare il prezzo di lettera (ask), mentre chi vende deve accettare il prezzo di denaro (bid).

Al contrario, nei mercati molto liquidi – ad esempio quelli delle azioni di grandi società quotate o di strumenti molto scambiati come alcuni ETF – lo spread tende a essere molto ridotto. In queste situazioni la distanza tra denaro e lettera può essere minima, anche solo di pochi centesimi, rendendo l’operazione più “efficiente” perché il costo implicito è più basso.

Capire come funziona lo spread denaro-lettera è utile per tre motivi principali: 

- Valutare la liquidità di un titolo: uno spread ridotto indica in genere che il titolo è molto trattato, con numerosi ordini sia in acquisto che in vendita. Al contrario, uno spread ampio può segnalare che pochi investitori partecipano agli scambi e che quindi può essere più difficile entrare o uscire dal titolo senza incidere sul prezzo. 

- Stimare l’impatto sul rendimento finale: anche pochi centesimi di differenza tra denaro e lettera possono diventare significativi quando si opera con grandi quantità o in modo frequente. Uno spread ampio, infatti, riduce il guadagno potenziale, perché l’investitore deve accettare un prezzo meno favorevole per eseguire rapidamente l’ordine.

- Interpretare la profondità e la trasparenza del mercato: lo spread riflette in parte la “qualità” del mercato in cui si opera. Un mercato con spread ridotto e ordini numerosi a diversi livelli di prezzo è generalmente più trasparente ed efficiente. Viceversa, spread elevati e poche proposte in acquisto o vendita possono segnalare un mercato meno profondo, dove i prezzi possono muoversi in modo più brusco anche con pochi scambi.

Implicazioni per chi investe 

La lettera, anche se è un termine tecnico, ha effetti molto concreti sulle decisioni di chi investe. Ecco alcuni aspetti utili da tenere a mente: 

- Rapidità dell’operazione: se si vuole comprare un titolo subito, bisogna accettare il prezzo di lettera. Questo significa pagare un po’ di più rispetto al prezzo che offrono i compratori, ma l’ordine viene eseguito immediatamente.

- Costi nascosti: nei mercati dove ci sono pochi scambi, la distanza tra denaro e lettera può essere ampia. In pratica, chi compra paga di più e chi vende incassa di meno, con un costo extra che riduce il guadagno o aumenta la spesa. 

- Modalità di acquisto o vendita: l’investitore può scegliere se lanciare un ordine “a mercato”, che viene eseguito subito al prezzo disponibile (denaro o lettera), oppure un ordine “limite”, cioè indicando il prezzo preciso che è disposto a pagare o incassare. Nel secondo caso l’operazione non è immediata, ma si aspetta che qualcuno accetti quel prezzo.