Piani a induzione: il test ne premia due
Abbiamo messo alla prova dieci modelli: i migliori offrono buone prestazioni, consumi adeguati e sono facili da usare. Alcuni però possono essere rumorosi. Ecco la nostra classifica.

Abbattono i tempi di cottura, si puliscono al volo e permettono di cucinare senza gas. Tre qualità che negli ultimi anni hanno fatto crescere il mercato dei piani cottura a induzione. Secondo gli ultimi dati di mercato disponibili, infatti, su tre piani cottura venduti nel 2024 uno era proprio un piano a induzione.
Abbiamo messo alla prova dieci nuovi modelli di piani a induzione da circa 60 cm a quattro zone di cottura, con una potenza massima che varia da 3 a 7,4 kW per verificarne le prestazioni in cottura, la facilità d’uso, i consumi, la sicurezza. Cinque ricevono un giudizio complessivo buono e quattro sufficiente. Un modello invece ottiene un giudizio di qualità basso principalmente a causa del pessimo risultato della prova di omogeneità di cottura della zona flex.
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Il nostro test
Abbiamo portato in laboratorio dodici piani cottura a induzione a quattro “fuochi”, delle marche più diffuse, per verificarne la qualità complessiva.
Sul giudizio hanno pesato soprattutto due aspetti: il modo in cui scaldano, valutato con diverse prove di cottura, e la facilità d’uso, aspetto non trascurabile soprattutto per chi ha sempre utilizzato i più intuitivi fuochi alimentati a gas. Soltanto una minima parte dei piani testati ha raggiunto una buona qualità complessiva (tre prodotti su dodici). La maggior parte resta ancora nella fascia di qualità media mentre quattro sono stati giudicati di qualità bassa. A penalizzare i peggiori sono state soprattutto le prove di cottura che non hanno brillato, i consumi elevati e in alcuni casi la scarsa facilità d’uso (perché non sono chiare le istruzioni o perché è difficile utilizzare il pannello di comando e così via).
In generale però, il punto debole di molti piani a induzione, compresi quelli che globalmente hanno una buona qualità, è il rumore: questi piani, infatti, hanno una ventola di raffreddamento incorporata che si attiva automaticamente quando le temperature aumentano e che può generare parecchio rumore. Inoltre, la tecnologia a induzione emette naturalmente un ronzio come quello dei trasformatori che può essere particolarmente fastidioso.
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Le caratteristiche da valutare
Nella scelta di un piano a induzione, oltre la qualità costruttiva e di resa in cottura (per questi aspetti rimandiamo ai giudizi del nostro test), contano anche alcune caratteristiche particolari, come la dimensione, il numero di fuochi, la potenza massima assorbita e così via.
In commercio esistono piani a induzione con differenti potenze massime, che variano da 3 a più di 7 kW. La potenza massima del piano a induzione è data dalla somma delle potenze massime che producono le varie zone di cottura. Per raggiungere la potenza massima della piastra quindi è necessario utilizzare contemporaneamente tutti i fuochi alla massima potenza, cosa che è molto improbabile. Tuttavia, nelle fasi di collegamento del piano e nel primo utilizzo è possibile abbassare le soglie di assorbimento massime (seguendo le istruzioni del manuale d’uso), per ridurre il rischio di sovraccarico dei contatori e per lasciare una “riserva” di potenza per altri elettrodomestici. Il piano funzionerà in modo autonomo rispettando tali soglie ma a potenza ridotta, con un’intensità di calore minore nel caso si utilizzassero tutti i fuochi presenti.
I piani che abbiamo testato sono da quattro fuochi. Cinque modelli hanno anche la funzione “flex”, cioè si possono trasformare in un’unica zona di cottura di forma rettangolare, flessibile, che permette di usare tutta la superficie delimitata. Azionando questa opzione si possono posizionare liberamente le pentole su tutta l’area del piano. Alcuni piani hanno un dispositivo di sicurezza (simboleggiato da un lucchetto o una chiave) che impedisce la messa in servizio o la modifica dell’impostazione anche quando è in stand by. Si tratta di una funzione utile soprattutto se ci sono bambini in casa o quando si pulisce il piano, per non azionarlo accidentalmente quando si passa la spugna. Tutti possiedono una spia o un indicatore di calore residuo: anche se il piano non si scalda di per sé, il contatto prolungato con pentole e padelle calde può renderlo molto caldo. La spia rimane accesa fino a completo raffreddamento.
I requisiti elettrici
Prima di acquistare un piano cottura a induzione è meglio controllare i requisiti elettrici della propria abitazione e valutarli in base alle caratteristiche tecniche del piano e in base alle proprie abitudini di consumi.
La gran parte delle utenze domestiche possiede un contratto standard da 3 kW (la potenza disponibile è pari a 3 + il 10% di tolleranza, ovvero 3,3 kW). Qualora non fosse sufficiente, bisogna aumentare la potenza del contatore a 4,5 o addirittura 6 kW, con relativo aggravio di costi fissi sulla bolletta. Infine, come indicato nei manuali di istruzione, l’installazione dovrà essere effettuata da personale qualificato.
leggi l'articolo con i risultati completi del test
Migliore del Test
BOSCH PIX631HC1E
575 - 650 €
Punteggio: 69 (qualità buona)
Pro
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Contro
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Miglior Acquisto
ELECTROLUX CIB60424CK
250-270 €
Punteggio: 62 (qualità buona)
Pro
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Contro
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La prova che più di tutte ha dato del filo da torcere ad alcuni piani cottura è quella della valutazione del rumore. Questi apparecchi, infatti, sono dotati di una ventola di raffreddamento che può essere rumorosa ed emettere un fastidioso ronzio durante la cottura. Abbiamo verificato la rumorosità di tutti i piani a induzione: due modelli in particolare, Beko e soprattutto Candy, si sono rivelati troppo rumorosi.
La maggior parte dei modelli del test sono dotati della cosidetta “zona flex” un sistema che riconosce le dimensioni e la posizione delle stoviglie, che permette di cucinare con qualunque formato di pentola o teglia spostandola a piacimento sul piano di cottura. Sulla carta si tratta di una funzione molto comoda a patto però che il piano garantisca una cottura omogenea anche con formati irregolari. Per verificare l’omogeneità e la distribuzione del calore della zona flex abbiamo sottoposto i modelli dotati di questa funzione (tutti tranne Aeg, Electrolux e Miele) alla “prova della farina”: abbiamo cioè scaldato una teglia rettangolare con uno strato di farina al suo interno e verificato l’omogeneità della doratura.
Soltanto quattro dei sette modelli con questa funzione hanno superato questa prova. Tre piani cottura hanno invece deluso le aspettative, non raggiungendo la sufficienza: si tratta dei due modelli Ikea e del piano a induzione di Whirlpool, il peggiore in questa prova.
La maggior parte dei modelli che abbiamo testato ha una potenza massima di 7,4 kW. Ciò significa che per poter essere utilizzati in casa insieme ad altri elettrodomestici è necessario impostare manualmente, in fase di installazione, il limitatore di potenza che appunto limita la potenza massima su un valore più basso. In alternativa si può chiedere al proprio gestore della fornitura elettrica di aumentare la potenza del contatore.
- Prima di acquistare un piano cottura a induzione è meglio controllare i requisiti elettrici della propria abitazione e valutarli in base alle caratteristiche tecniche del piano e in base alle proprie abitudini di consumi. La maggior parte delle utenze domestiche possiede un contratto standard da 3 kW (la potenza disponibile è pari a 3 + il 10% di tolleranza, ovvero 3,3 kW).
- Qualora non fosse sufficiente, bisogna aumentare la potenza del contatore a 4,5, 6 kW o più, con relativo aggravio di costi fissi sulla bolletta.
- Con l’induzione comunque i tempi di cottura si accorciano notevolmente rispetto agli altri sistemi di cottura, con consumi limitati e senza sprechi, come dimostrano anche i risultati su questo aspetto dei piani testati.
La scelta dei prodotti
I diversi modelli presenti sono stati acquistati e testati tra marzo 2023 e febbraio 2025. Tutti i prodotti presentati sono in commercio, quindi acquistabili nei principali siti di ecommerce o nei negozi che trattano i grandi elettrodomestici.
Sono stati scelti i modelli con maggiore diffusione sia sui siti di ecommerce sia nei negozi fisici delle marche più rappresentative del mercato.
Le prove
Abbiamo eseguito diverse prove di cottura (che pesano complessivamente per il 40% del giudizio globale).
- Abbiamo misurato il tempo e il consumo elettrico per scaldare acqua nella pentola da 15 °C a 90 °C sulla zona cottura più grande e su quella più piccola selezionando la massima potenza disponibile senza boost.
- Abbiamo controllato le temperature a bassa potenza sulla zona cottura più piccola disponibile. Una casseruola riempita con 30 ml di olio e posta sulla zona di cottura. La zona di cottura viene riscaldata con un'impostazione minima di controllo per verificare se il piano cottura è in grado di rimanere a bassa temperatura. La temperatura dell'olio e il consumo di energia vengono misurati continuamente durante 30 minuti. Viene registrata la temperatura massima dopo 30 minuti.
- Abbiamo verificato l'omogeneità della distribuzione calore cuocendo sei pancake in padella e valutando l'uniformità della doratura della superficie.
Se il piano disponeva di una zona flessibile, cioè di una superficie in grado di gestire anche teglie rettangolari, abbiamo verificato l’omogeneità di cottura su queste zone, mediante la doratura di uno strato di farina su una teglia. - Abbiamo fritto delle patatine registrando il tempo necessario affinché l'olio raggiunga i 180°C, la quantità totale di
patatine fritte congelate che si riesce a preparare in 45 minuti e il consumo totale di energia.
Abbiamo verificato la facilità d’uso ( che pesa per 30% sulla qualità globale) considerando diversi aspetti come la chiarezza del manuale di istruzioni, la
programmazione dei livelli delle differenti zone di cottura, la visibilità e sensibilità al tocco del pannello di comando ed infine la facilità di pulizia della superficie del piano.
Abbiamo valutato i consumi elettrici e il rumore (insieme pesano per il 20% sulla qualità globale) dei piani durante tutte le prove di cottura
precedentemente descritte e durante lo stato di stand by del piano cottura. Tre esperti hanno giudicato il livello di rumore durante il funzionamento.
Abbiamo verificato la sicurezza elettrica e quella termica (pesa per il 10% sulla qualità globale) controllando la presenza di anomalie nei collegamenti elettrici e misurando le temperature massime raggiunte sulla superficie del piano tra una zona cottura e l’altra durante il loro funzionamento, nonché sulla zona dove sono presenti i comandi del piano.