Codice del consumo: tutte le novità e il significato degli articoli più importanti
Nuovi diritti per i consumatori nell’ambiente digitale, maggiore tutela contro le pratiche scorrette e le clausole vessatorie, obbligo a mostrare il doppio prezzo in caso di promozioni, più trasparenza quando si confrontano prezzi online e stretta sulle false recensioni (su cui dovranno vigilare anche gli stessi venditori). Sono solo alcune delle modifiche al Codice del consumo introdotte dalle direttive europee già dal 2023. Vediamole nel dettaglio, con la spiegazione degli articoli più importanti.

In questo articolo
- Saldi e sconti, ora c'è l'obbligo del doppio prezzo
- Codice del consumo aggiornato anche sulle clausole vessatorie
- Introdotte nuove pratiche scorrette: ecco quali sono
- Diritto di recesso per ecommerce e vendite porta a porta
- Quali sanzioni sono previste per chi non rispetta le norme?
- Articoli del Codice del consumo: cosa riguardano?
- Scorrettezze del venditore: cosa puoi fare
Il Codice del consumo è quell'insieme di norme che stabiliscono il rapporto tra il consumatore e il professionista (che vende un bene od offre un servizio). Il Codice del consumo esiste dal 2005, tuttavia dal 2 aprile 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo che introduce alcune importanti modifiche all'impianto normativo.
Il testo recepisce una direttiva europea del 2019 il cui obiettivo era quello di garantire maggiori diritti per i consumatori nei rapporti con i professionisti, anche attraverso informazioni più chiare sui prezzi dei prodotti. Le tutele sono rivolte esclusivamente ai consumatori definiti dall’art 3 Codice del consumo “persone fisiche che agiscono per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”, e non si applica ai rapporti professionali. Vediamo tutte le novità.
Torna all'inizioSaldi e sconti, ora c'è l'obbligo del doppio prezzo
Una delle novità principali dell’art. 17-bis del Codice del Consumo riguarda i prezzi dei prodotti in promozione e ogni annuncio di riduzione di prezzo. In questo caso sarà obbligatorio mostrare il doppio prezzo: quello ribassato e quello praticato nei 30 giorni precedenti, questo anche durante il periodo dei saldi, per le vendite promozionali o di liquidazione. Gli unici prodotti che fanno eccezione sono quelli presenti sul mercato da meno di 30 giorni, i prodotti agricoli e gli alimentari deperibili. Un grande passo avanti che va nella direzione che Altroconsumo ha sempre sostenuto e incentivato, per un mercato sempre più trasparente e un consumo che solo così può diventare davvero consapevole.
Torna all'inizioCodice del consumo aggiornato anche sulle clausole vessatorie
Il nuovo Codice del consumo aumenta il potere dell’Antitrust anche in materia di sanzioni per l’utilizzo di clausole vessatorie nei contratti con i consumatori. Le clausole vessatorie sono quelle clausole vietate dall’art.33 del Codice del consumo perché determinano uno squilibrio nei diritti e negli obblighi contrattuali a svantaggio del consumatore. È vessatoria ad esempio la clausola che stabilisce che il prezzo dei beni o dei servizi sia determinato soltanto al momento della consegna. per le clausole abusive più gravi, tra le più gravi ci sono quelle che escludono la responsabilità in caso di danno alla persona. In caso di disaccordo tra le parti l’art. 34 del Codice del consumo attribuisce al giudice il dovere di accertare la vessatorietà delle clausole di un contratto che potrà anche stabilire il risarcimento per il danno subito o prevedere una riduzione del prezzo a favore del consumatore.
Torna all'inizioIntrodotte nuove pratiche scorrette: ecco quali sono
Ora rientrano tra le pratiche ingannevoli previste dagli Artt. 21-23 del Codice del Consumo anche tutti quei casi in cui uno stesso prodotto venga commercializzato in un altro Stato membro dell’Unione europea come identico, pur avendo caratteristiche o composizione diverse. Viene quindi sanzionata qualsiasi iniziativa di marketing che faccia apparire una merce identica ad un‘altra proveniente da un altro Stato europeo quando, in realtà, così non è.
A questo si aggiungono anche altre pratiche commerciali considerate ingannevoli.
1) Più trasparenza quando si confrontano i prezzi online
Ora tra le pratiche ingannevoli rientra anche la mancata indicazione di annunci pubblicitari a pagamento per ottenere una classificazione migliore dei prodotti. In pratica, nei siti in cui è possibile fare una ricerca tra prodotti e servizi offerti da diversi venditori, diventa obbligatorio mostrare i parametri utilizzati per presentare il risultato della ricerca che ha fatto il consumatore e rivelare se c’è una pubblicità a pagamento o se un venditore ha pagato per ottenere una classificazione migliore dei prodotti. L’informazione deve essere fornita in forma concisa, semplice e comprensibile.
2) Stop alle recensioni false anche sui social
Tra le pratiche scorrette rientrano anche le recensioni false, non solo sui portali, ma anche per esempio mettendo “mi piace” sui profili social o incaricare terzi di farlo. Scorretto anche manipolare le recensioni e le raccomandazioni dei consumatori, per esempio pubblicando solo le recensioni positive eliminando quelle negative o linkare ad apprezzamenti riferiti ad altri prodotti. Anche il professionista ha un suo ruolo: è suo dovere verificare che le recensioni pubblicate provengano effettivamente da un cliente che ha acquistato il prodotto o il servizio e informare il consumatore se, e in che modo, le recensioni siano verificate.
3) Stretta sul secondary ticketing
Per garantire un ampio accesso di tutti i cittadini a eventi culturali e sportivi, tra le pratiche aggressive vietate si inserisce la rivendita di biglietti per eventi, il cosiddetto secondary ticketing. Questo, per esempio, se il rivenditore li ha acquistati utilizzando bot, strumenti automatizzati o altri sistemi per aggirare il limite fissato dal venditore al numero di biglietti che un singolo può acquistare.
Torna all'inizioDiritto di recesso per ecommerce e vendite porta a porta
Le novità riguardano anche le vendite fuori dai locali commerciali per le quali il diritto di ripensamento nel codice del consumo viene prolungato da 14 a 30 giorni se le visite a domicilio o sul luogo di lavoro non sono state richieste dal consumatore.
Obblighi informativi più stringenti sono rivolti alle piattaforme di eCommerce; il Codice del consumo aggiornato con l’art. 49-bis impone ai Marketplace di fornire tutti gli estremi dei venditori che operano sulla piattaforma e di chiarire quali obblighi hanno i diversi fornitori nei confronti dei consumatori: se sulla piattaforma operano diversi professionisti il Marketplace deve specificare a chi bisogna rivolgersi per il diritto di recesso, chi è responsabile della consegna, chi della garanzia e fornire tutti i contatti utili anche per i reclami.
Il nuovo Codice del consumo riafferma l’obbligo per tutti professionisti le tipologie di vendita di rispettare l’art. 129 del Codice del consumo che definisce i requisiti di conformità dei prodotti venduti. Inoltre, il consumatore ha sempre diritto all’applicazione della garanzia del Codice del consumo.
Infine, con l’art. 59 del Codice del consumo si ribadisce che in caso di acquisto di servizi o di contenuti digitali on line, il venditore deve informare correttamente su come funziona il diritto di recesso nel Codice del consumo, in mancanza di queste informazioni, il consumatore conserva il suo diritto a recedere senza spese anche se ha usufruito dell’intera prestazione.
Torna all'inizioQuali sanzioni sono previste per chi non rispetta le norme?
Arrivano anche novità riguardo le sanzioni per i professionisti: l’Antitrust può intervenire per reprimere e sanzionare il mancato rispetto delle norme di tutela dei consumatori. Se le infrazioni sono particolarmente gravi e interessano i consumatori in diversi paesi dell’Unione Europea, le autorità potranno infliggere multe basate sul fatturato annuo del professionista per un importo massimo del 4% del fatturato o fino a 2 milioni di euro se le informazioni sul fatturato non sono disponibili. In caso di pratiche scorrette, l’Antitrust avrà anche il potere di ordinare, la rimozione di iniziative o attività destinate ai consumatori italiani.
Torna all'inizioArticoli del Codice del consumo: cosa riguardano?
Di seguito riportiamo alcuni degli articoli più interessanti del Codice del Consumo, in particolar modo quelli che riguardano i diritti fondamentali dei consumatori e le relative tutele.
Articolo 2 - Diritti dei consumatori e degli utenti. Sancisce il diritto dei consumatori ad associarsi per far valere i loro diritti e individua i diritti fondamentali: alla tutela della salute, alla sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi, alla corretta informazione e pubblicità, a ricevere educazione al consumo, alla buona fede e correttezza nei rapporti con i professionisti, ad avere standard di qualità e di efficienza nei servizi pubblici e ad associarsi.
Articolo 3. Definizione di consumatore. Individua il consumatore o utente oggetto d3ella tutela come la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta e lo differenzia dal professionista che invece agisce nell’esercizio della propria attività.
Pratiche scorrette e clausole vessatorie
Articoli 20- 23 - Pratiche commerciali ingannevoli. Si elencano e vietano numerose pratiche commerciali ingannevoli che possono influenzare il comportamento economico dei consumator spingendoli a prendere decisioni che altrimenti non avrebbero preso. Esempi di pratiche ingannevoli sono: vantare autorizzazioni, certificazioni o machi di qualità che non si possiedono, vendere servizi che non possono essere erogati, mentire sulle qualità dei servizi o dei prodotti, far credere al consumatore che il prodotto è venduto in quantità limitate o a prezzo scontato, consegnare un prodotto diverso da quello promesso, ecc.
Articoli 24-26 - Pratiche commerciali aggressive. Si vietano le pratiche commerciali aggressive che esercitano una pressione indebita sui consumatori. Tali pratiche comportano: indebito condizionamento, molestie, coercizione fino al ricorso alla forza fisica tali da limitare la libertà di scelta o di comportamento del consumatore.
Articoli 33- 38 Clausole Vessatorie nel contratto tra professionista e consumatore. Si individuano le clausole vietate nei contratti con i consumatori perché determinano uno squilibrio nei diritti e negli obblighi contrattuali a svantaggio del consumatore, quali sono ad esempio quelle che attribuiscono al professionista il diritto di fissare i prezzi o di esimersi dalla responsabilità per danni alla persona del consumatore. Si attribuisce al solo consumatore la facoltà di dichiarare tali clausole nulle e si rimanda al giudice il compito di accertarne la vessatorietà di una clausola e di attribuire al consumatore un risarcimento per il danno subito o di prevedere una riduzione del prezzo.
Articoli 49- 50 Informazioni precontrattuali per i consumatori nei contratti a distanza e negoziati fuori dei locali commerciali. Si impone a venditori e professionisti di fornire al consumatore tutte le informazioni sul contratto, sul prodotto, sui costi e sul servizio, prima che il consumatore sia vincolato da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali.
Diritto di recesso Codice del consumo
Articoli 51-59 - Diritto di recesso. Si disciplina il diritto di recesso nei contratti a distanza e nei contratti negoziati fuori dai locali commerciali, permettendo al consumatore di recedere dal contratto senza penalità e senza doverne indicare il motivo entro un termine minimo di 14 giorni.
Articoli 102- 113 Sicurezza e qualità dei prodotti. Si impone ai produttori l’obbligo di immettere sul mercato solo prodotti sicuri qualità, non pericolosi per la salute e la sicurezza delle persone e si individuano i criteri per valutare la sicurezza dei prodotti. Si individuano le responsabilità del produttore, si stabilisce il diritto del consumatore ad essere risarcito per i danni e si individuano le procedure ed i mezzi per tutelare i consumatori ed erogare le sanzioni ai professionisti responsabili.
Codice del consumo e garanzia
Articoli 128 - 135 Garanzie di conformità. Sono descritti i requisiti di conformità dei prodotti venduti e le garanzie che il venditore deve fornire al consumatore per un periodo di due anni dalla consegna. Si prevede il diritto alla riparazione o la sostituzione del bene in caso di difetti o mancanza di conformità senza spese per il consumatore. Si riconosce per i casi più gravi il diritto alla risoluzione del contratto.
Articoli 135-octies- vicies-ter Garanzia dei contenuti e servizi digitali. Sono descritti i requisiti di conformità dei contenuti e dei servizi digitali forniti ai consumatori stabiliscono le regole sugli aggiornamenti de e sulle modifiche del software e le garanzie che il venditore deve fornire al consumatore, prevedendo lil ripristino o la sostituzione dei contenuti e dei servizi in caso di difetti o mancanza di conformità senza spese per il consumatore.
Articolo 143. Irrinunciabilità dei diritti. Sancisce che i diritti attribuiti al consumatore dal codice del consumo sono irrinunciabili. È nulla ogni pattuizione in contrasto con le disposizioni del codice.
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Scorrettezze del venditore: cosa puoi fare
Se sei vittima di comportamenti scorretti da parte di un professionista o di una pubblicità ingannevole, puoi inviare gratuitamente una segnalazione all’Antitrust e senza bisogno di rivolgerti a un avvocato:
- tramite posta ordinaria inviando la segnalazione a Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Piazza Giuseppe Verdi 6/A – 00198 Roma;
- inviando la segnalazione tramite pec alla casella protocollo.agcm@pec.agcm.it;
- compilando e inviando il modulo online disponibile sul sito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Un’importante novità introdotta dall' art. 27 del Codice del Consumo riguarda la possibilità per i consumatori lesi dalle pratiche scorrette di essere risarciti adeguatamente per il danno subito ed eventualmente ottenere una riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto. Al momento questa possibilità sembra essere solo una dichiarazione di intenti, poiché non si prevede nel decreto un sistema o una procedura per far valere i propri diritti. Dunque, anche se una pratica scorretta viene rilevata e condannata dall’Antitrust, il consumatore dovrà dimostrare davanti a un giudice di avere subito un danno.
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