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Farmaci: tutte le risposte ai tuoi dubbi

Come si riconoscono i farmaci? Come si assumono? Se ho una reazione avversa, cosa posso fare? Quanto e quando devo pagare? È vero che i generici funzionano tanto quanto gli originali? Cosa sono i biosimilari di cui sempre più spesso si sente parlare? Ecco le risposte ai dubbi più frequenti.

20 giugno 2022
medicine

Il termine farmaco deriva dal greco phármakon, parola che racchiude in sé il duplice significato di “rimedio” ma, allo stesso tempo, quello di “veleno”. Ebbene sì, perché essendo una sostanza di natura chimica o biologica, oltre ad esercitare una funzione terapeutica, non dobbiamo dimenticarci che non è esente da reazioni avverse; va assunto seguendo le indicazioni di un operatore sanitario o riportate nel foglio illustrativo; va conservato e smaltito adeguatamente. Insomma, bisogna essere consapevoli di quanto sia importante farne un uso corretto. Inoltre, non dimentichiamoci che è un prodotto peculiare e soggetto ad una regolamentazione molto strutturata e ben diversa da quella di integratori, cosmetici, dispositivi medici, etc. Ma come lo riconosco? Come lo assumo? Se ho una reazione avversa, cosa posso fare? Quanto e quando devo pagare? È vero che i generici funzionano tanto quanto gli originali? Cosa sono i biosimilari di cui sempre più spesso si sente parlare?

Ecco le risposte ai dubbi più frequenti.

  1. Cosa sono i farmaci
  2. Come si assumono i farmaci
  3. Dove si conservano e come si smaltiscono
  4. Quanto i farmaci sono sicuri e come si segnalano reazioni avverse
  5. Quando si pagano e quando serve la ricetta
  6. Tutto sui farmaci generici
  7. Cosa sono i farmaci biologici e biosimilari

A cosa serve la sperimentazione? Cos’è la farmacovigilanza?

Prima che un farmaco entri in commercio, le autorità valutano i dati sperimentali, cioè gli studi effettuati fino a quel momento che sono una solida base per valutare il rapporto rischi-benefici, ma non sono in grado di prevedere con certezza tutte le possibili reazioni. Durante la fase sperimentale il farmaco viene testato su persone (sia sane sia malate). I test sono eseguiti su poche centinaia di persone selezionate, cioè scelte per le loro caratteristiche. Una volta entrato in commercio, invece, il farmaco viene usato da centinaia di migliaia di persone, che possono avere anche caratteristiche diverse da quelle di chi ha partecipato alla sperimentazione. Succede, quindi, che si manifestino reazioni nuove e non ancora conosciute in fase di studio. Per questo è importante vigilare sui farmaci anche dopo l’autorizzazione al commercio.Il principale obiettivo di questa attività di monitoraggio continuo, definita farmacovigilanza, è di identificare in maniera tempestiva eventuali effetti indesiderati che non sono emersi nel corso delle sperimentazioni, e quindi di proteggere la salute dei pazienti.Se c’è questa possibilità, allora perché i medicinali, oltre che efficaci, sono definiti sicuri? Per i farmaci il termine sicurezza non è sinonimo di rischio zero, ma di rischio ragionevole in rapporto sia al beneficio che se ne ricava sia allealternative disponibili. Ad esempio, se per sconfiggere un tumore e salvarela vita al paziente la migliore terapia consiste nell’uso di un farmaco che provoca immunosoppressione, questo svantaggio è di certo un male minore, chesi può considerare accettabile. In altri termini, affinché un farmaco rimanga in commercio i benefici per la popolazione devono superare i rischi (si parla infatti di rapporto benefici-rischi positivo).

Le informazioni ricevute, opportunamente controllate e rielaborate dalle autorità, servono a prendere misure più severe (per esempio, particolari raccomandazioni a medici e pazienti, restrizioni in alcune categorie o l’aggiunta di nuovi effetti indesiderati nel foglietto illustrativo) che, nei casi più gravi, possono consistere nel ritiro del farmaco.

Perché viene indicato il principio attivo in ricetta?

Il medico, la prima volta che prescrive un farmaco a un paziente, deve indicare il nome del principio attivo. Può anche indicare, a fianco del principio attivo, il nome di un farmaco specifico (di marca o con nome generico). Per un paziente già in terapia cronica con un farmaco, invece, il medico può prescrivere in ricetta sia il principio attivo sia uno specifico farmaco (di marca o equivalente).Il farmacista, a sua volta, deve sempre informare il cittadino dell’esistenza del farmaco equivalente, se disponibile, e proporgli il farmaco equivalente meno costoso. C’è un solo caso in cui il medico può intervenire per impedire la sostituzione di un medicinale con un equivalente da parte del farmacista: quando, per valide ragioni cliniche, sempre da spiegare al cittadino, ritiene che il suo paziente debba continuare a usare un certo medicinale. In quel caso, il medico scriverà sulla ricetta il nome del medicinale e accanto la dicitura “non sostituibile”, giustificandola in breve.

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